Il termine yoga possiede in sanscrito una vasta gamma di significati. Esso deriva dalla radice yuj, che significa "congiungere, unire".
Cosa si unisce dunque nello yoga? Il primo passo consiste nel constatare lo stato di confusione nel quale spesso si trova la nostra mente e nel decidere di ritrovare la perduta armonia e unione fra i diversi piani di cui siamo composti, fisico, mentale e spirituale.
Nel senso più alto, poi, secondo la filosofia tradizionale, l'anima individuale viene ricondotta al suo originario stato di congiungimento con l'anima universale e divina. Se l'uomo percorre la strada dello Yoga è dunque destinato a non sentirsi più una cellula separata dal corpo o un'isola nell'oceano, ritrovando invece il senso di appartenenza ad una più vasta entità.
Lo Yoga non è soltanto un meraviglioso e complesso sistema filosofico ma è anche e soprattutto una scienza, le cui verità si basano sulle esperienze e sulle tecniche tramandate da una serie ininterrotta di mistici, santi e saggi.
L'Hathayoga è uno dei sentieri verso la conoscenza di se stessi, costituito da un complesso di esercizi psico-fisici, o asana, e da esercizi di controllo della respirazione (più propriamente del prana, "soffio vitale"), o pranayama, perfezionati nel corso dei secoli da generazioni di yogin.
La pratica dello Hathayoga tende quindi al raggiungimento di questo equilibrio psico-fisico, di una maggiore consapevolezza dei nostri processi mentali, vitali, fisiologici e, più in generale, del nostro essere in ogni sua parte.
Con la pratica possiamo raggiungere tale equilibrio e tale consapevolezza.
Con: Gabriella Furian, Susanna Furian, Alessandra Giurco, Sonia Nascimben, Nicoletta Poli, Franco Salvi, Luciano Scarazzato
Ci sono due parole per esprimere il concetto indiano di "dhyana": meditazione e contemplazione.
Meditazione, a rigore di termini, vuol dire concentrazione della mente in un'unica sequenza di idee che elabora un soggetto unico. Si tratta di un processo analitico detto anche riflessione.
Contemplazione significa considerare mentalmente un solo oggetto, immagine o idea in modo che la conoscenza dell'oggetto, immagine o idea possa sorgere spontaneamente in virtù della concentrazione.
Entrambe sono forme di "dhyana", poiché il principio di "dhyana" è concentrazione mentale, nel pensiero, nella visione o nella conoscenza.
Ci sono altre forme di "dhyana". C'è un passaggio nel quale Vivekananda consiglia di ritrarsi dai propri pensieri e di lasciarli scorrere nella mente a loro piacimento, semplicemente osservandoli e vedendoli per quello che sono. Questa può chiamarsi concentrazione nella contemplazione (osservazione) di sé.
Questa forma conduce ad un'altra. La mente è liberata da tutti i pensieri e lasciata in una specie di vuoto attento e puro dove la conoscenza può venire a fissarsi, imperturbata dai pensieri inferiori della mente umana comune e con la stessa chiarezza di una scritta in gesso bianco sulla lavagna.
La riflessione è il procedimento più facile per la mente umana, ma il più limitato nei risultati. La contemplazione è più impegnativa, ma migliore. L'osservazione di sé e la liberazione dalle catene del pensiero è più difficile, ma ampia nei risultati. Si può sceglierne un procedimento seguendo la propria inclinazione e capacità. Il metodo perfetto sarebbe di impiegarli tutti, ognuno al momento opportuno e per il suo scopo specifico, ma questo comporta una pazienza tenace e grande forza di volontà nell'applicarsi allo Yoga.
(da: "Sulla Meditazione", Sri Aurobindo, ed. Domani, p. 6)
Con: Sonia Nascimben
L’attività denominata “Yoga e natura”, curata da molti anni da Franco nell’ambito dell’Institute of Yogic Culture, continua anche con la nuova associazione, ma le regole di partecipazione alle gite vengono modificate.
Il Centro Yoga ora è affiliato all’E.N.D.A.S.: pertanto è necessario avere la tessera dell’E.N.D.A.S., che d’altro canto garantisce una copertura assicurativa. Chi desidera frequentare l’attività “Yoga e natura” deve quindi associarsi comunicando – almeno entro il venerdì precedente la gita – i propri dati personali (nome e cognome, luogo e data di nascita, residenza, codice fiscale) e versando la relativa quota annuale (€ 10).
Le date sono indicate nel programma del trimestre; il lunedì precedente viene pubblicato un “avviso” con tutti i dettagli e l’indicazione delle difficoltà, in modo che ognuno possa regolarsi in base al proprio allenamento.
Durante il percorso vengono svolte delle semplici pratiche psicofisiche e sono previsti momenti di silenzio ed attenzione. Non mancano brevi illustrazioni degli ambienti e delle particolarità storiche e naturalistiche.
Cerchiamo in queste escursioni – chiaramente prive di qualsiasi spirito agonistico – di godere intensamente della natura, che nei suoi vari aspetti sa sempre stupire chi cammina con occhi attenti e disponibili. Questa “immersione” in totale abbandono nella natura, che si integra con la pratica dello yoga, ci porta ad una migliore pace mentale e ci fa sentire più facilmente in armonia con noi stessi e con il mondo esterno.
Domenica 29 settembre - Escursione sui rilievi della regione: I Laghi di Fusine
Con: Franco Salvi